Migliori compro oro: guida completa e informazioni
- 1 Come funziona in generale
- 2 Quali oggetti è possibile vendere
- 3 Perché rivolgersi ad un esercizio commerciale di questo genere
- 4 Regole e norme giuridiche da rispettare per la compravendita
- 5 Come avvengono la valutazione dei preziosi e il pagamento
- 6 Gli operatori professionali in oro
- 7 Differenza fra compro oro e banco dei pegni
- 8 Come sapere quanto possono valere i propri gioielli
- 9 Cosa succede ai beni dopo la vendita
- 10 Cosa fare prima di vendere il proprio oro
- 11 Come riconoscere un negozio serio e affidabile
- 12 Gli errori più comuni
Anche in Italia i negozi di compro oro hanno ormai una diffusione capillare. Praticamente in ogni città di medie dimensioni se ne trova almeno uno. La maggior parte delle persone sa a cosa servono: ci si reca in un compro oro quando si ha intenzione di vendere gioielli o altri oggetti in oro, ricevendo quindi in cambio del denaro.
Tuttavia, intorno al mondo dei compro oro c’è ancora molta confusione. Se in linea di massima tutti conosciamo la loro funzione, quasi nessuno sa veramente come comportarsi in modo corretto quando ci si approccia ad una compravendita così delicata.
In questo articolo troverete quindi una guida utile sui compro oro, con una panoramica completa delle modalità di funzionamento di questo particolare genere di esercizio commerciale e con indicazioni indispensabili per sceglierne uno serio e professionale.
Come funziona in generale
Parlare di “negozio” per riferirsi ad un compro oro in realtà non è del tutto appropriato. Nell’accezione comune, il negozio è infatti un luogo aperto al pubblico dove è possibile comprare articoli di vario genere lasciando al negoziante una determinata somma di denaro (il prezzo dell’articolo). Nel caso del compro oro, il meccanismo di funzionamento è precisamente inverso: è l’esercizio commerciale stesso che acquista dal cliente oggetti in oro, pesandoli e dandone una valutazione monetaria.
Quali oggetti è possibile vendere
La gamma di oggetti che si può vendere ad un compro oro è abbastanza ampia a cambia un po’ a seconda del negozio. Naturalmente si tratta sempre di beni preziosi, ma oltre ai classici gioielli in oro, è possibile vendere anche altri tipi di oggetti in questo metallo, come orologi, soprammobili, etc.
Alcuni compro oro (non tutti, come vedremo più avanti) accettano anche lingotti, gettoni, perle, pietre e diamanti (nel caso di gioielli in oro con diamanti, questi ultimi vengono sempre pesati separatamente). E alcuni, oltre a trattare l’oro, trattano anche platino e argento.
Perché rivolgersi ad un esercizio commerciale di questo genere
I motivi che spingono una persona a vendere i propri beni ad un compro oro possono essere diversi: il più delle volte ci si rivolge ad un negozio di questo tipo perché si ha bisogno urgentemente di liquidità (purtroppo in questo periodo di crisi non è una situazione rara), ma può anche trattarsi di una scelta programmata e premeditata semplicemente perché si è in possesso di gioielli che non piacciono (magari si tratta di un regalo poco apprezzato) e che non si usano mai. In questi casi, piuttosto che tenerli in casa dentro un cassetto, può avere più senso monetizzarli, così da disfarsene guadagnando qualcosa (a meno che non abbiano un particolare valore affettivo).
Regole e norme giuridiche da rispettare per la compravendita
Un compro oro può aprire al pubblico solo se ha ottenuto l’apposita licenza dalla Questura della città in cui si trova: si tratta di un requisito imprescindibile perché il negozio possa svolgere la sua attività legalmente. Ma non è certamente l’unica norma a cui attenersi.
Nel momento in cui l’esercizio commerciale viene aperto, il titolare del compro oro è tenuto a seguire queste regole:
- Registrare la transazione nell’apposito registro: vanno descritte le caratteristiche degli oggetti venduti, nonché il loro peso
- Chiedere al cliente un documento d’identità e il codice fiscale: nell’apposito registro è indispensabile riportare anche i dati personali del cliente, codice fiscale compreso. Pertanto, nel momento in cui si decide di andare da un compro oro è necessario munirsi sia del codice fiscale che della carta di identità (oppure di un altro documento). Questo, oltre che per rendere più trasparente tutta la procedura, serve anche per assicurarsi che il cliente abbia compiuto i 18 anni (i minorenni non possono accedere al compro oro)
- Rilasciare la ricevuta: ormai è diventato obbligatorio per decreto, ma anche prima che venisse promulgata la legge apposita, il rilascio della ricevuta era la norma per i compro oro seri e affidabili
- Rispettare il periodo di fermo di 10 giorni: per legge, i gioielli o gli altri oggetti venduti devono restare all’interno del negozio per 10 giorni. I motivi di questa finestra temporale sono fondamentalmente due: dare il tempo a chi di dovere di effettuare eventuali controlli e permettere al cliente di ripensarci e tornare al negozio per riprendersi ciò che ha venduto (dopo i 10 giorni, non sarà più possibile farlo).
Come avvengono la valutazione dei preziosi e il pagamento
Una volta portati dei gioielli o altri oggetti d’oro nel negozio, l’operatore procederà a pesarli e quindi offrirà una stima del loro valore.
La valutazione dev’essere assolutamente senza impegno: non si è quindi tenuti a vendere il bene se la valutazione non convince. E dovrebbe anche essere sempre gratuita (in caso contrario è un segno di poca serietà da parte del compro oro, come vedremo meglio più avanti). Per valutare l’oro il riferimento è la quotazione del momento sul mercato (variabile di giorno in giorno), mentre per pietre preziose e diamanti si prendono in considerazione i fattori che determinano la qualità complessiva della pietra, come il taglio e la purezza.
Gli operatori professionali in oro
Le regole che abbiamo appena elencato valgono per tutti i compro oro, ma è bene specificare che non tutti gli esercizi commerciali di questo genere sono dello stesso tipo.
Un semplice compro oro non è abilitato a trattare la compravendita di beni come lingotti, monete d’oro e rottami in oro (ad esempio gli scarti dell’industria elettronica): se lo è, significa che si tratta di un Operatore Professionale in Oro. Questo esercizio commerciale si potrebbe a buon diritto definire come la tipologia più qualificata e seria di compro oro. Infatti, per avere la licenza necessaria ad aprire un operatore professionale in oro, devono essere superati dei controlli più specifici e seri: il processo di “selezione” che porta all’idoneità è insomma più duro. Tanto che gli operatori professionali in oro sono una minoranza: solo l’1% dei compro oro riesce ad ottenere l’idoneità.
- Effettuare la compravendita di oro da investimento: se si vuole acquistare e vendere oro da investimento, è necessario rivolgersi ad un operatore professionale in oro, perché solo loro sono autorizzati per legge a farlo. I semplici compro oro che svolgono questo tipo di operazione (purtroppo alcuni lo fanno) in realtà trasgrediscono le norme vigenti al riguardo
- Trattare con aziende e altri clienti (al di là dei cittadini privati) con i quali un compro oro senza qualifica di operatore professionale non può trattare. Spesso gli operatori professionali trattano direttamente con i semplici compro oro, acquistando da loro.
Una tipologia particolare di operatore professionale in oro è rappresentata dai Banco Metalli: a differenza dei compro oro che possono avere o no la qualifica di operatore professionale in oro, tutti i Banco Metalli devono necessariamente ottenerla. Questi esercizi commerciali trattano diversi servizi (compresa naturalmente la compravendita di diamanti, lingotti, etc.) e garantiscono un alto livello di professionalità: anche perché i loro clienti – così come quelli degli operatori professionali in oro – non sono solo cittadini privati, ma anche banche, gioiellerie, aziende, fonderie e compro oro stessi.
Differenza fra compro oro e banco dei pegni
Alcune persone tendono a confondere i negozi compro oro con il banco dei pegni (anche conosciuto come Monte di Pietà), per via del fatto che entrambi gli esercizi commerciali consentono al cliente di ottenere soldi: in cambio il negoziante riceve gioielli o altri beni in oro del cliente. In realtà, le analogie finiscono qui perché nella sostanza i due servizi sono ben diversi. Quando ci si rivolge ad un compro oro il bene viene venduto e quindi ceduto per sempre in cambio di una determinata somma di denaro.
Il meccanismo del banco dei pegni, invece, è ben diverso. Le prime fasi della “trattativa” sono uguali a quelle che si verificano in un compro oro: il cliente porta gioielli o altri beni e riceve una somma di denaro: si tratta di un prestito calcolato in base all’effettivo valore commerciale del bene (in genere il prestito è calcolato non su tutto il valore del bene, ma solo una parte).
Tuttavia, dopo un certo lasso di tempo (di solito qualche mese), il cliente è tenuto a restituire al banco dei pegni il denaro ricevuto (più gli interessi). Nel momento in cui restituisce la somma dovuta, al cliente vengono riconsegnati i suoi beni. Altrimenti, se non riuscirà a riscattarli pagando la somma dovuta, li perderà: i beni finiranno all’asta e il banco dei pegni incasserà il ricavato.
Il banco dei pegni è un’istituzione seria e professionale (più dei compro oro che, come vedremo più avanti, non sempre sono seri e affidabili) e con una lunga storia alle spalle, essendo nata addirittura nel Quattrocento (all’inizio la gente impegnava di tutto: mobili, biciclette, semplici oggetti, etc.). Il suo scopo non è però quello di entrare in possesso del bene, ma piuttosto quello di guadagnare sugli interessi. Pertanto, se ci si vuole liberare definitivamente di determinati oggetti preziosi, non è la soluzione più adatta: il compro oro è molto più indicato, purché se ne scelga uno serio che non faccia rimettere dei soldi. Il banco dei pegni può invece essere un’alternativa da prendere in considerazione nel momento in cui si necessita urgentemente di una somma di denaro (ad esempio se bisogna pagare una rata o una bolletta che sta per scadere) e si posseggono dei beni preziosi che per motivi affettivi o di altro genere non si desidera vendere e quindi perdere definitivamente. Tuttavia, bisogna mettere in conto che con il banco dei pegni i soldi vanno restituiti: sfruttando il bene prezioso si estingue quindi un debito, ma se ne aggiunge un altro.
Come sapere quanto possono valere i propri gioielli
Se si ha intenzione di vendere un oggetto in oro è bene conoscere qual è il meccanismo che porta alla valutazione del valore del bene.
Come abbiamo detto, l’oggetto in questione viene pesato (eventuali pietre o altre parti sono contate separatamente). Ma in base a quali parametri viene stabilito il suo valore?
Occorre basarsi sulla quotazione dell’oro sul mercato mondiale, che in termini tecnici è chiamata “fixing”. Tale quotazione è solitamente soggetta ad una regolamentazione determinata dal cosiddetto “triangolo d’oro”: si tratta delle borse di New York, Londra e Zurigo. Per controllare la quotazione si può acquistare un giornale di economia e finanza oppure fare delle verifiche in rete.
All’aumentare del valore dei carati, aumenta anche il grado di purezza dell’oro: e questo naturalmente andrà a determinare anche un aumento del suo prezzo. Qualche esempio: l’oro 18 carati ha un contenuto di oro puro di 750 millesimi, quello da 14 carati di 585 millesimi, mentre quello da 9 carati solo 333 millesimi. L’oro completamente puro è quello a 24 carati (il contenuto di oro puro è pari 999,9 millesimi): significa che non è fuso con altre leghe o metalli.
Di conseguenza, per determinare il vero valore di un oggetto d’oro bisogna prima individuare quanto oro puro contiene in base alla caratura, che è incisa sul prodotto stesso. Basta moltiplicare il valore del peso in grammi per la percentuale di riferimento relativa al contenuto di oro puro. Una volta ottenuta la quantità esatta di oro puro, è sufficiente moltiplicarla per il valore della quotazione giornaliera: in questo modo si ricava il valore reale dell’oggetto.
Cosa succede ai beni dopo la vendita
Non tutti sanno qual è la destinazione dell’oro, una volta che è stato venduto al negozio.
Un compro oro può anche rivendere come oggetti usati i beni acquistati dai clienti, ma è più comune seguire un’altra strada: si vende tutto ad aziende che si occupano di raffinare l’oro, fonderlo e di creare altri gioielli o lingotti di oro puro (che in un secondo momento verranno rivenduti sul mercato internazionale). Può anche succedere che come passaggio intermediario vi sia l’operatore professionale in oro, che acquista l’oro dai compro oro per poi destinarlo alle ditte preposte alla creazione dei lingotti.
Cosa fare prima di vendere il proprio oro
Una volta presa la decisione di vendere uno o più oggetti in oro in proprio possesso, non bisognerebbe mai agire in maniera affrettata. Un cliente preparato che sa cosa sta vendendo difficilmente potrà essere fregato da operatori poco onesti (purtroppo ce ne sono) che tentano di sottostimare oggetti e gioielli magari di grande valore.
Per questo motivo, prima di recarsi da un compro oro, è consigliabile prendersi un po’ di tempo per capire quale sia il reale valore dei propri beni. Ecco tutte le azioni che è consigliabile compiere per non farsi cogliere impreparati:
- Tenere sotto controllo i quotidiani economici o i siti specializzati, in modo da aggiornarsi sulle quotazioni dell’oro di quel momento (in questo modo si potrà anche capire se l’operatore prende come riferimento una quotazione diversa da quella attuale)
- Pesare l’oro in casa, utilizzando un bilancino digitale di precisione. Nel caso di gioielli che contengono pietre, perle o anche componenti in argento, bisogna tenere presente che il compro oro peserà solamente l’oro effettivamente contenuto nell’oggetto, sottraendo al peso totale quello della tara (ovvero quello delle altre componenti che non siano oro). Quest’operazione è più difficile da fare a casa, ma è sufficiente segnarsi almeno un peso approssimativo
- Provare a stimare da soli i propri beni: non importa che sia una stima molto precisa. L’importante è farsi almeno un’idea approssimativa di quanto possano valere i beni che si stanno vendendo (così da verificare se la stima del negozio si allontana di molto da quella calcolata in prima persona). Dopo aver controllato la caratura (la percentuale dev’essere incisa sul gioiello), basta – come abbiamo visto – moltiplicare il valore della caratura per il peso dell’oro. Per una stima più accurata si può ricorrere anche all’utilizzo degli appositi software on line.
Come riconoscere un negozio serio e affidabile
Nel settore dei compro oro può capitare (e purtroppo capita) di trovare operatori non esattamente onesti e affidabili, pronti ad approfittarsi dei clienti più ingenui e sprovveduti. Soprattutto se è la prima volta che si entra in un negozio di questo tipo, non è facilissimo riuscire a capire se è serio e qualificato oppure no. Ma fortunatamente non è nemmeno così difficile, se si presta un po’ di attenzione: gli indizi che devono far dubitare della serietà di un operatore sono diversi.
Ecco gli elementi da valutare e i criteri da seguire per tutelarsi e scegliere un compro oro affidabile:
- Prima di entrare controllare se all’esterno sono affissi i tariffari e se sono chiari: un compro oro serio dovrebbe mostrare i valori di acquisto nel modo più dettagliato e preciso possibile, specificando a quale caratura si riferisce il prezzo indicato. In questo modo il cliente entra nel negozio già avendo le idee più chiare e sapendo se quel valore si riferisce o no all’oggetto che sta per vendere (altrimenti è sempre bene chiedere delucidazioni all’operatore)
- Chiedere all’operatore una valutazione preliminare (e non vincolante) dei beni: non bisogna avere fretta di vendere. In prima battuta, va chiesta solamente una valutazione del bene: solitamente questo non comporta alcun costo. Nel caso in cui il compro oro preveda un costo anche solo per la valutazione, allora il prezzo dev’essere mostrato chiaramente, così che il cliente lo sappia prima e possa decidere se procedere con la valutazione oppure no. Se il compro oro richiede il pagamento della valutazione a cose fatte, senza aver segnalato in nessun modo il tariffario al cliente, questo è un chiaro segno di mancanza di professionalità e serietà che dovrebbe indurre a non vendere i propri beni a quel negozio
- Visibilità della bilancia: la bilancia riveste un ruolo importante nella valutazione di un bene perché il suo valore dipende anche dalla quantità e quindi dal peso dell’oro che contiene. Pertanto il cliente ha tutto il diritto di vedere bene il visore della bilancia. Un compro oro che non ha la bilancia (preferibilmente digitale) bene in vista non solo è scorretto nei confronti del cliente, ma molto probabilmente ha qualcosa da nascondere (magari si tratta di una bilancia truccata). Nell’operazione della pesatura ci vuole la massima trasparenza. Questo vale anche e soprattutto nel caso in cui il gioiello abbia, oltre all’oro, anche dell’argento o altre componenti come pietre o diamanti. In queste situazioni, per arrivare al peso dell’oro, l’operatore deve sottrarre dal peso complessivo il peso della tara (cioè di tutte le componenti che non sono oro) e deve riportare chiaramente al cliente tutte queste operazioni.
Nel seguente video, pubblicato da Loris Codi, troverete alcune informazioni utili sui tipi di bilancia usati dai compro oro e su come non farsi “fregare”:
- Confrontare le valutazioni di diversi negozi: per scegliere un compro oro affidabile è molto importante non fermarsi al primo o al secondo, ma girarne diversi per confrontare le varie quotazioni utilizzate. Infatti ogni compro oro ha il proprio listino, in quanto le quotazioni internazionali usate come riferimento oscillano in continuazione e non devono essere prese come valore vincolante e assoluto (sono puramente indicative). Di conseguenza è normale una certa variabilità fra un compro oro e un altro, ma le differenze non possono essere abissali.
Se ci si imbatte in un compro oro che offre una valutazione molto più bassa rispetto alla media delle altre (o a quella calcolata a casa da soli), allora è molto probabile che sia poco serio e voglia solo sottostimare il bene presentato dal cliente - Chiedere tante informazioni: fare parecchie domande all’operatore è il modo migliore non solo per chiarirsi eventuali dubbi, ma anche per capire se il compro oro con cui stiamo trattando è serio e onesto. Al di là della gentilezza e dei modi del venditore (che non devono trarre in inganno: anche una persona dai modi molto gentili può essere disonesta), il livello di approfondimento delle sue risposte è l’elemento a cui prestare maggiormente attenzione. Infatti chi non ha intenzioni molto pulite probabilmente risponderà in modo evasivo, cercando di cambiare argomento quando non vuole approfondirlo o al contrario allungando eccessivamente il brodo quando non serve. Chi invece fa il suo lavoro in modo onesto tenderà a rispondere in modo chiaro e preciso, senza perdersi in lunghi discorsi, ma soffermandosi ad approfondire quando è necessario (ad esempio quando il cliente non ha compreso bene qualcosa).Sicuramente per percepire il livello di serietà di una persona dal modo in cui parla bisogna sapere ascoltare, ma anche avere una buona dose di “fiuto”
- Controllare che vengano rispettate le normative vigenti sulla compravendita di oro: non ci si può fidare di un compro oro che non ha nessun rispetto per le norme da seguire in questo settore. Bisogna quindi controllare che venga rispettato ogni passaggio così come è previsto dalla legge: richiesta dei documenti al cliente, descrizione della transazione nell’apposito registro (con trascrizione dei dati del cliente e descrizione degli oggetti venduti), rilascio della ricevuta. Tutte queste regole vanno seguite anche per minime quantità di oro.
Se ci si rende conto a posteriori che il compro oro non ha rispettato qualcuna di queste regole (ad esempio, se a casa ci si accorge di non aver avuto la ricevuta), si è sempre in tempo per tornare sui propri passi: come abbiamo visto, si hanno 10 giorni per tornare al compro oro, restituire i soldi e riprendersi quanto venduto - Controllare commenti e recensioni lasciate in rete: ormai la rete è diventata una preziosa fonte di informazioni sulla qualità di diversi servizi, grazie alle recensioni lasciate da chi li ha provati in prima persona. I compro oro non fanno eccezione. Si può quindi controllare se il compro oro da cui si vorrebbe vendere ha un sito web e soprattutto – visto che sul sito molto probabilmente si troveranno solo contenuti creati ad hoc per esaltare la qualità e la professionalità del servizio – se ha un blog e se ci sono in rete delle recensioni lasciate da chi ha già avuto un’esperienza di compravendita in quel negozio. Attraverso i blog e le recensioni è possibile capire davvero se il compro oro lavora in maniera onesta e competente
- Dare la preferenza ai compro oro che trattano anche diamanti: un altro accorgimento utile per selezionare gli esercizi commerciali più affidabili è quello di verificare se si occupano anche di diamanti, oltre che di oro. Attività di questo genere garantiscono in genere un livello di professionalità più alto di quello di un semplice compro oro. La cosa migliore da fare sarebbe cercare il compro oro più vicino alla propria città nella lista degli operatori professionali in oro e dei Banco Metalli che viene redatta dalla Banca d’Italia.
Gli errori più comuni
Per evitare spiacevoli inconvenienti e fregature, è importante evitare alcuni comportamenti che a volte vengono automatici quando ci si approccia ad un negozio nuovo. Con i compro oro, però, visto che si tratta di una tipologia di negozi un po’ particolare, ci vuole anche più cautela del solito. Ecco gli errori da evitare:
- Lasciarsi abbagliare dalla pubblicità: è sbagliato scegliere un compro oro solo sulla base del fatto che la pubblicità vista in giro oppure online sembra molto convincente. Questo non significa che quel compro oro offra davvero un buon servizio: anche quando la pubblicità sembra ispirare molta fiducia, bisogna ugualmente effettuare tutte le verifiche del caso che abbiamo visto prima ed avere la stessa cautela che si avrebbe con un compro oro non altrettanto ben pubblicizzato
- Scegliere il compro oro che offre la quotazione più alta: un errore che comunemente si fa nello scegliere il compro oro è quello di credere ciecamente al tariffario presente online e di andare quindi dal negozio che offre il prezzo più alto al grammo. Ma si tratta di uno sbaglio ingenuo e grossolano perché quasi mai le cifre allettanti che vengono esposte corrispondono a quelle che verranno poi effettivamente pagate. Spesso si tratta solo di un espediente per attirare clienti: al momento della vendita vengono applicate commissioni o altre spese che fanno magicamente abbassare il prezzo.
Quindi non bisogna mai farsi troppe aspettative e riporre la propria fiducia in un compro oro solo perché sembra quello con l’offerta migliore - Chiedere solo il prezzo al grammo e non quello conclusivo netto: la maggior parte delle persone che entra in un compro oro chiede subito quale sia la cifra pagata al grammo. Piuttosto che porre questa domanda, bisognerebbe invece chiedere al negoziante qual è il prezzo finale del bene: in altre parole, quale cifra (netta) è possibile ricavarne.
L’importanza del prezzo al grammo viene sopravvalutata: non sono rari i compro oro che hanno prezzi al grammo molto vantaggiosi e che fanno quindi credere ai clienti che con loro si possa concludere un buon affare. Alla fine, però, la cifra finale netta risulta molto più bassa del previsto perché vengono scalate spese e costi di altro tipo. Molto meglio evitare di restare delusi chiedendo subito qual è il prezzo netto che verrà effettivamente pagato - Sottovalutare l’importanza della ricevuta: ormai il rilascio della ricevuta è obbligatorio anche nei compro oro ed è quindi fondamentale uscire dal negozio con la ricevuta in mano.
Nel caso il negoziante non si ricordi di darla (e non è un bel segno, come abbiamo visto) bisogna assolutamente chiederla. Inoltre, una volta usciti dal compro oro e tornati a casa, la ricevuta non va affatto buttata come un qualsiasi scontrino: molto meglio conservarla per sempre. Si tratta infatti di un documento che attesta da dove proviene la somma di denaro ricevuta.