Dove comprare oro grezzo

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Investire in oro è una attività ancora molto praticata, anche nel nostro Paese. Il motivo che spinge a farlo è da ricercare nel fatto che proprio il metallo prezioso rappresenta il più tipico dei beni rifugio, ovvero quelli che sono in grado resistere meglio quando la situazione economica diventa difficile rendendo più pericoloso investire su asset finanziari, per definizione volatili.

La quotazione dell’oro, invece, riesce sempre a mantenere una certa stabilità, rivelandosi di conseguenza un porto discretamente sicuro quando le azioni o le materie prime danno vita a forti discese in termini di prezzo. Un andamento non certo inusuale nel corso degli ultimi anni, in cui una serie di crisi economiche hanno avuto effetti di larga portata sugli asset finanziari.

Chi opta per questa forma di investimento, però, deve anche sapere alla perfezione come muoversi sul mercato. Per farlo deve quindi conoscere bene l’oro in ogni suo aspetto. Le aziende che lo commercializzano, infatti, propongono molti prodotti, tra i quali occorre sapersi orientare.

La differenza tra oro fisico e finanziario

Come abbiamo ricordato, quindi, occorre conoscere l’oro. E saper fare le opportune distinzioni tra cose che, molto spesso, sono diverse. La prima differenziazione in tal senso è quella tra oro fisico e finanziario, che troppo spesso sono confusi.

Quando si parla di oro fisico si intende l’oro materiale, una cosa ben distinta dall’oro finanziario, il quale è invece un prodotto bancario legato all’andamento del metallo in borsa, stabilito ora dopo ora dall’organismo deputato all’uopo. Ovvero il Bullion Market Association, di stanza a Londra.

Il secondo, in particolare, può presentare anche rischi d’insolvenza da parte dell’emittente. Mentre il primo li va ad attenuare in maniera notevole, in quanto può essere facilmente convertito in valuta vera e propria, nel momento in cui si decida di monetizzarne il possesso.

Cos’è l’oro grezzo

Per oro grezzo si intende quello che viene estratto dal suolo. Una volta estratto, però, il metallo è ancora inadatto alla lavorazione, in quanto troppo morbido. Motivo per il quale viene legato con altri metalli, perdendo quindi l’originaria purezza. Il Prospecting and Mining Journal, ad esempio, informa che l’oro grezzo dell’Alaska è puro all’87%, cui si vanno ad aggiungere il 12% di argento e l’1% di altri metalli.

La lega che deriva dall’unione con altri metalli permette all’oro di essere ridotto in lastro o in filo e passare all’effettiva lavorazione. Una volta aggiunti ulteriori metalli, l’oro non solo diventa più duro, ma assume anche una superficie liscia e una colorazione particolare. L’oro rosa, ad esempio, deve il suo colore ad una percentuale di rame superiore a quella presente nell’oro giallo.

La legislazione attuale sull’oro

La compravendita e il possesso d’oro grezzo da investimento nel nostro Paese è regolamentata dalla Legge numero 7 risalente al 17 Gennaio 2000, la quale ha provveduto ad adeguare la legislazione nazionale alle direttive dettate dall’Unione Europea. Ovvero alla Direttiva 98/80/CE emanata dal Consiglio il 12 ottobre 1998, la quale consente ai residenti dell’eurozona di comprare e vendere oro grezzo da investimento esente da IVA.

In particolare, la legge 7 del 2000 ha abolito il monopolio dell’oro da parte dell’Ufficio italiano dei cambi esistente già dal 1945 (Decreto Legislativo luogotenenziale del 17 maggio 1945, n. 331). Un mutamento di non poco conto, se si considera che sino ad allora l’oro grezzo poteva essere acquistato solo per essere lavorato e per essere destinato ad usi industriali, oppure essere acquistato e rivenduto all’estero (D.P.R. 148/1988; Legge 599/1986).

La legge del 2000 ha inoltre stabilito che le operazioni di acquisto e di vendita di oro effettuate in territorio nazionale per un valore pari o superiore ai 20 milioni di lire di allora vanno dichiarate all’Ufficio italiano dei cambi. Un obbligo da tenere sempre presente.

La situazione fiscale per i proventi derivanti dalla compravendita di oro

Altro punto dirimente nel discorso che stiamo affrontando è poi rappresentato dal trattamento fiscale dei proventi derivanti dalla compravendita di oro. Il cui punto di partenza è l’Annuario del contribuente 2012 pubblicato sul sito dell’Agenzia delle entrate, il quale provvede a menzionare a pagina 123 la tassazione delle attività finanziarie e a pagina 124 gli investimenti all’estero.

Mentre il sito dell’Agenzia delle entrate si incarica a sua volta di indicare il modo di dichiarare investimenti all’estero (Modulo RW), e come dichiarare le eventuali plusvalenze di natura finanziaria, in cui va a rientrare il capital gain prodotto dagli investimenti in oro (Quadro RT). Indicazioni che occorre seguire alla lettera per non incappare nelle ire delle autorità fiscali.

Dove è possibile acquistare l’oro grezzo?

Una volta stabilito cosa sia l’oro grezzo e la sua differenza con l’oro finanziario, occorre anche cercare di capire dove sia possibile acquistarlo. Considerato che esso viene estratto dai minatori, la prima risposta è abbastanza logica: può essere acquistato proprio dalle aziende che lo estraggono.

Gli stessi minatori, peraltro, danno vita a fiere come l’Elko Mining Expo in Nevada o alla conferenza annuale della Northwest Mining Association. Proprio le fiere, stavolta organizzate da intermediari, sono ormai una consuetudine in vari angoli del globo. Tra le più importanti occorre sicuramente elencare quelle che si svolgono nel nostro Paese, come Valenza Gioielli, Tarì Mondo Prezioso (a Marcianise), Vicenza Oro Fall e Vicenza Oro Spring, o OroArezzo. Mentre a livello internazionale vanno menzionate Hong Kong Jewellery & Gems Fair, J.A. Summer Show (a New York), Tendence Frankfurt, l’International Jewellery London, il Birmingham Autumn Fair, il Bangkok Gems & Jewellery Fair, lo Jewelers International Showcase e Iberjoya (a Madrid).

Cosa bisogna fare prima di acquistare e dopo

Se si entra nell’ordine di idee di acquistare oro grezzo, occorre fare molta attenzione a come ci si muove. Prima di farlo, accettandone di conseguenza il prezzo proposto dal venditore, occorre infatti dare vita ad una serie di passaggi tesi ad eliminare il pericolo di frodi.

Il primo dei quali consiste nel far esaminare le minuscole scaglie d’oro proprio con il preciso intento di conoscerne il grado di purezza. I laboratori che lo fanno possono essere reperiti in vario modo, partendo proprio da una panoramica sul web o chiedendo consiglio a chi commercia metalli preziosi.

Una volta proceduto all’acquisizione, occorre invece prendere in considerazione la conservazione del metallo. La quale può essere condotta in due modi molto diversi:

  1. munendosi di una cassaforte all’interno della propria abitazione. Magari avendo cura di nasconderla in maniera ottimale e non farne trapelare l’esistenza, che potrebbe spingere i malintenzionati ad attaccarla;
  2. affittando una delle cassette di sicurezza proposte dagli istituti bancari.

Infine il discorso relativo alla polizza assicurativa. La quale rappresenta un vero e proprio investimento, in quanto protegge dall’eventualità che l’oro detenuto possa essere sottratto per un motivo o per l’altro. Ove si opti per questa ipotesi, si consiglia anche di fotografare l’oro detenuto. Le immagini scattate andranno a rappresentare una prova della sua effettiva esistenza e potrebbero aiutare a rintracciarlo, a meno che nel frattempo non sia stato fuso e utilizzato.

Conclusioni

Prima di investire in oro, occorre avere le idee ben chiare. Occorre cioè sapere che l’oro fisico è cosa diversa da quello finanziario. Il secondo, infatti, è il riferimento per operazioni di trading, mentre il primo va a fare da base a lavorazioni vere e proprie, non solo sotto forma di gioielli, ma anche di manufatti necessari all’industria.

L’oro grezzo, in particolare, riveste una serie di caratteristiche ben precise. Ovvero:

  1. è puro. Una caratteristica la quale parte da un minimo di 900 mm/21,6kt (nel caso delle monete);
  2. può essere trattato in Italia soltanto dagli operatori professionali iscritti al relativo Albo, su precisa disposizione della Banca d’Italia;
  3. è esente da IVA, essendo un prodotto da investimento. In pratica per il suo acquisto si paga il valore intrinseco del metallo più uno spread applicato dal rivenditore.

Il prezzo dell’oro da investimento è poi più facile da valutare rispetto a quello relativo a gioielli o altri oggetti. Ai quali le persone possono affidare un valore sentimentale tale da influire in maniera notevole sulla somma richiesta.

Se si entra nell’ottica di acquistare (o anche vendere) l’oro grezzo, occorre valutare una serie di fattori i quali possono avere notevole importanza. A partire proprio dalla reputazione del venditore, la quale deve essere appurata in via preliminare. In particolare verificando la sua effettiva presenza nell’Albo degli Operatori Professionali istituito e gestito dalla Banca d’Italia. In caso di assenza dell’operatore contattato, i rischi dell’operazione possono diventare insostenibili.

Una volta che l’acquisto sia stato portato a buon fine, invece, occorre tenere presenti altri fattori di notevole rilevanza. A partire dalle modalità di conservazione del metallo prezioso, che presuppongono la dotazione di una cassaforte per uso domestico o l’affitto di una cassetta di sicurezza. Una spesa di gestione cui deve aggiungersi quella di una polizza assicurativa. Il modo migliore per non ritrovarsi senza nulla in mano nel caso di una sottrazione dell’oro.