Cosa portare al compro oro: cosa ritirano?

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Loro continua ad essere argomento di notevole discussione. A rinnovarla è proprio il particolare momento vissuto dall’economia mondiale, alle prese con una pandemia che non sembra destinata a lasciare il passo alla normalità almeno in tempi brevi.

Le necessità sanitarie imposte dal Covid hanno avuto conseguenze pesantissime sul ciclo economico. Basta in effetti dare un rapido sguardo alle statistiche relative al Prodotto Interno Lordo (PIL) dei vari Paesi, per rendersi conto di come quello appena trascorso sia stato l’anno peggiore dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

A pagare dazio a questa situazione sono state non solo le classi popolari, che pure erano state messe in grande difficoltà dalla crisi economica del 2008, ma anche il ceto medio. In particolare i  tanti liberi professionisti e commercianti i quali si sono dovuti piegare alla chiusura delle attività non essenziali.

In questo quadro si è quindi tornati a parlare di oro. Ovvero di quello che è considerato un bene rifugio nei momenti in cui il ciclo economico risente delle difficoltà. Stavolta, però, sembra che anche l’oro possa risentire della pesantezza della situazione.

L’oro è ancora un bene rifugio?

L’oro è ancora un bene rifugio? La domanda è diventata virale alla metà dello scorso anno, quando il metallo giallo è all’improvviso crollato, alla stregua degli asset più volatili.

Un crollo il quale ha naturalmente provocato una prima incrinatura nella convinzione di vecchia data che il suo prezzo sia comunque destinato a rimanere abbastanza stabile anche nei momenti peggiori.

Perché si è registrato un fatto che può essere considerato storico? I motivi, secondo gli esperti, sono stati soprattutto i seguenti:

  1. alcuni investitori sono stati costretti a vendere asset liquidi, come le posizioni sull’oro, nel preciso intento di incrementare la liquidità necessaria a finanziare le richieste di integrazione (margin call) o a ricoprire le perdite conseguite su altre operazioni rischiose intraprese nello stesso periodo;
  2. molte persone hanno ritenuto che il vero bene rifugio in una situazione del tutto straordinaria come quella creata dal Covid fosse il denaro contante;
  3. un notevole numero di investitori ha deciso di liberarsi dei Treasury USA decennali. Essendo l’oro prezzato in dollari statunitensi si è verificato un aumento della quotazione del biglietto verde, il quale si è tramutato in un innalzamento del prezzo dell’oro in altre valute, riducendone di conseguenza la domanda;
  4. l’impatto del crollo dei prezzi del petrolio sull’oro ha portato allo stop degli acquisti da parte della Banca Centrale russa, una di quelle che nel corso degli ultimi anni hanno sostenuto gli acquisti di oro. Basta in effetti dare uno sguardo ai dati del World Gold Council per rendersi conto di questo trend;
  5. il calo delle esportazioni di diversi paesi derivante dalla situazione sanitaria ha limitato l’accesso a valute forti come il dollaro statunitense, costringendo alcune banche centrali a liquidare le posizioni in oro al fine di ottenerle.

I compro oro stanno tornando in auge

L’oro, quindi, non godrebbe al momento della stessa posizione di forza che lo ha caratterizzato da sempre. Cosa può conseguire da questa situazione del tutto inusitata? Tra le maggiori conseguenze, quella che viene segnalata dalle cronache è la rinnovata propensione degli italiani a prendere in considerazione l’ipotesi di vendere il proprio oro. Ovvero quello che le famiglie hanno detenuto a lungo considerandolo non solo un investimento da conservare nella propria dotazione di beni, ma anche un qualcosa legato alla sfera affettiva, magari ai ricordi di un passato con cui non si intende tagliare i ponti.

Di fronte alle necessità di carattere finanziario, però, anche queste considerazioni romantiche sono destinate a cedere il passo. Spingendo molte persone in difficoltà a prendere in considerazione l’idea di metterlo a frutto, anche perché magari impossibilitate a trovare risposte da parte di un settore creditizio a sua volta oberato da problemi di non poco conto.

Cresce l’offerta di oro e, di conseguenza, torna a lievitare il numero degli esercizi commerciali che sono disposti a pagare immediatamente per entrarne in possesso. Ma quali sono gli oggetti che è possibile portare al compro oro? Andiamo a vedere meglio questo aspetto.

Cosa acquistano i compro oro?

Cosa acquistano i compro oro? Una domanda del tutto logica per chi si appresta a vendere la propria dotazione di metallo prezioso. Anche perché sono molti gli oggetti che vengono realizzati con l’impiego di oro, non solo i gioielli, ma anche nel settore odontoiatrico, nell’industria elettronica e in quella aeronautica.

Non tutti, però, sono accettati dai compro oro. I quali, in particolare circoscrivono il loro raggio d’azione a:

  • oro puro, sotto forma di lingotti e monete;
  • l’oro in lega con altri materiali, ad esempio nei gioielli, i più diffusi dei quali realizzati con oro a 18 carati, ovvero puro al 75%. In questa categoria rientrano le fedi nuziali, gli anelli di fidanzamenti, quelli di varia tipologia, i bracciali, i ciondoli, le collane, le catenine e gli orecchini. Mentre nel caso dei gioielli con pietre preziose incastonate, solo alcuni compro oro li trattano;
  • gli orologi in oro. Per darne una quotazione viene valutata esclusivamente la struttura dell´orologio eliminando il meccanismo;
  • gli oggetti in oro, ad esempio i soprammobili, le cornici, le medaglie e i trofei, le targhe commemorative, i fermacarte, i fermacravatte, le penne, le spille, gli accendini;
  • i ponti, i denti finti e le otturazioni contenenti metallo prezioso.

Attenzione quando si vende oro

Come abbiamo visto, quindi, sono molti gli oggetti in metallo prezioso che è possibile vendere presso i compro oro. Quando si decide di allacciare un rapporto con uno di essi, però, occorre sapere come muoversi per tutelare al meglio i propri interessi. Il raggiro, in questi casi, è infatti dietro l’angolo, facilitato anche dalla sostanziale ignoranza di molte persone sul modo di muoversi in fase di trattativa.

In particolare, occorre fare attenzione nella fase di pesatura degli oggetti proposti. Non è ad esempio raro il caso  di bilance tarate in maniera da occultare una parte del quantitativo di oro, magari quei due grammi i quali possono rendere conveniente la trattativa solo al compro oro.

A tal proposito, si ricorda che l’operazione di pesatura deve avere luogo a vista, ovvero davanti al cliente. E che la bilancia dovrebbe essere sottoposta a revisione periodica, tale da assicurarne il perfetto funzionamento. Considerato che è complicato assicurarsi di quest’ultima prescrizione, il consiglio è di pesare preventivamente l’oro che si intende vendere. Lo si può fare presso un gioielliere di fiducia, oppure acquistando presso lo stesso un bilancino adatto alla bisogna.

Già quanto abbiamo detto dovrebbe bastare per capire che la truffa nel caso dei compro oro è sempre dietro l’angolo. Come del resto dimostrano le cronache provenienti da ogni parte della penisola, con un gran numero di compro oro chiusi per le pratiche al minimo poco ortodosse messe in atto.

Meglio verificare la reputazione del compro oro

Per poter evitare le incombenti truffe, la cosa migliore da fare è cercare di individuare i compro oro professionali e, soprattutto, onesti. I quali esistono e sono i primi ad essere danneggiati dalle pratiche illegali.

Il modo migliore per individuarli consiste nel fare una ricerca al fine di accertarne la reputazione. Per farlo è possibile in particolare utilizzare il web, ove si possono reperire molte informazioni preziose. Se di un compro oro non si trovano informazioni, però, il consiglio degli esperti è di evitarlo e rivolgersi ad altra struttura. Considerato il gran numero di strutture analoghe disseminate sul territorio peninsulare, non dovrebbe essere complicato reperirne uno  alternativo.

Sono poi da evitare i compro oro i quali reclamizzano il miglior prezzo. Il quale non può esistere, considerato che l’oro ha una quotazione ufficiale, espressa ufficialmente due volte al giorno presso la struttura competente che opera all’interno della Borsa di Londra. Il prezzo di acquisto deve per forza far riferimento al fixing, se non lo si fa, come nel caso dei compro oro che espongono il cartellone sul miglior prezzo, è meglio evitarli.

Infine si sconsiglia di procedere alla permuta con altri oggetti in oro. Il motivo è da ricercare nel fatto che nel corso di questa operazione il gioielliere alzerà al massimo il prezzo dell’oro presentato come nuovo. Oltre a non esserci garania alcuna che si tratti in effetti di oro nuovo, il risultato effettivo sarà paradossale: chi vende un determinato quantitativo di oro, infatti, si ritroverà al termine della trattativa con un gioiello dello stesso peso, ma alleggerito di qualche centinaio di euro.

Attenzione al pagamento

Altro fattore molto importante, nell’ambito della trattativa instaurata con questo genere di strutture commerciali, è rappresentato dal pagamento. Il quale deve avvenire seguendo le disposizioni di legge.

In particolare, va ricordato che esiste un limite di 500 euro per i pagamenti in contante. Varcato il quale l’oro deve essere remunerato con strumenti di pagamento tracciabili, ovvero assegno o bonifico. Si tratta con tutta evidenza di un modus operandi imposto dalla necessità di contrastare l’evasione fiscale, una piaga ancora molto estesa nel nostro Paese.

Va anche ricordato che proprio la normativa vigente prescrive un iter procedurale molto preciso, nel caso di vendita dell’oro a una di queste strutture. La transazione, infatti, deve essere registrata per mezzo di una scheda in cui devono essere riportati i particolari dell’operazione, a partire dall’oggetto venduto e dalla cifra corrisposta dal compro oro, oltre alle generalità del venditore. Una precauzione tesa in particolare ad impedire che le compravendite possano riguardare preziosi trafugati o trovati durante scavi illegali. In particolare l’oro trovato in queste operazioni è di proprietà dello Stato e non può essere oggetto di compravendita.

Le operazioni tali da andare contro le norme di legge possono sfociare in multe, chiusure temporanee e definitive dei compro oro interessati, ma anche in denunce penali a carico del venditore. Ecco perché occorre rispettarle per filo e per segno. E, soprattutto, evitare la struttura che non le osserva.