Come aprire un compro oro: conviene?

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Il decreto legge n. 92/2017 ha stabilito regole precise ed è importante sapere come aprire un compro oro. Conviene? Commerciare in oro conviene sempre, è il bene rifugio ideale in tempi di crisi economica ma è necessario gestire l’attività con onestà, professionalità e competenza.

La maggiore selezione voluta dal decreto legge per contrastare attività criminali gioca a favore dei professionisti. Richiede diversi adempimenti rispetto al passato ma la concorrenza si è ridotta. Vediamo quali sono gli adempimenti necessari, i costi e quanto si guadagna.

Come aprire un compro oro: adempimenti

Non serve alcun particolare requisito personale o professionale.

Per svolgere l’attività di compro oro è necessario:

– trovare un locale idoneo per l’attività di almeno 20 mq;

– aprire una partita IVA;

– iscriversi al Registro delle Imprese competente presso l’OAM;

– presentare denuncia per inizio attività allo Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune di riferimento;

– richiedere l’autorizzazione al Comune per l’affissione dell’insegna.

Costi e guadagni

Ad occhio e croce per aprire un compro oro è necessario un budget iniziale di 20.000 euro da destinare a:

– un sistema di sicurezza adeguato visto che l’attività è particolarmente esposta a rapine e furti (vetri oscurati e antisfondamento, antifurto, videosorveglianza);

– un minimo di arredamento;

– una bilancia di precisione ed un kit di verifica dell’oro;

– contanti per acquistare l’oro dai primi clienti avviando così l’attività.

Oggi, con un compro oro non si guadagna più come in passato (ricordiamo il boom tra il 2010 e il 2013), ma si tratta comunque di un’attività ancora conveniente.

I guadagni dipenderanno da diversi fattori: andamento dell’oro, ubicazione del negozio, concorrenza nelle vicinanze. Come per ogni attività, è bene rivolgersi ad un esperto per la redazione di un business plan.

Gli obblighi da rispettare

In base alla legge n.7 del 2000 dovrai:

– tenere un registro aggiornato dove annotare tutte le transazioni con le generalità dei clienti e la descrizione degli oggetti che hai acquistato;

– i gioielli da rivendere devono essere conservati nel negozio per almeno 10 giorni nel loro stato originario.

Chi trasgredisce rischia sanzioni salate: somme che vanno da un minimo del 10% ad un massimo del 40% del valore degli oggetti negoziati.

Il decreto n. 92 del 25 aprile 2017 prevede i seguenti obblighi:

– identificazione chiara del cliente e dell’oggetto negoziato con documentazione fotografica;

– scheda numerata progressivamente da compilare inserendo le generalità del cliente, la descrizione dell’oggetto, il prezzo e il metodo di pagamento;

– soglia da non superare per i contanti di 500 euro. Per importi superiori il pagamento va effettuato con bonifico o assegno bancario.

Sanzioni

Sono previste sanzioni salatissime a seconda delle inadempienze:

– 1.500 euro a chi non comunica una transazione all’OAM;

– da 1.000 a 10.000 euro per chi non identifica un cliente, per omessa conservazione dei dati o per aver superato il limite di 500 euro in contanti;

– da 5.000 a 50.000 euro per chi non segnala un’operazione sospetta.