Compro oro cosa guadagnano

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Quante volte abbiamo notato un cartello campeggiare in bella evidenza davanti ad un compro oro, recando la scritta “Massima valutazione”? Per chi conosca il funzionamento del settore, si tratta di un vero e proprio paradosso. Come sarebbe possibile per una struttura commerciale di questo genere applicare la massima quotazione possibile sull’oro per poi portare il metallo prezioso al banco metalli senza guadagnarci sopra?

Come si può facilmente comprendere, siamo di fronte al più classico specchietto per le allodole. Ovvero il tipico richiamo per clienti ingenui, facendo balenare davanti ai loro occhi l’ipotesi di una differenza rispetto agli altri compro oro. Ove verrebbero naturalmente applicate semplici stime di mercato. Si tratta di una tecnica vecchia, ma alla quale è sempre possibile che qualcuno abbocchi.

Il prezzo dell’oro è quello fissato dal mercato

A rendere surreale un cartellone di quel genere è soprattutto una constatazione basata sulla semplice realtà dei fatti. Il prezzo dell’oro non può essere fissato in autonomia da un gioielliere o dal compro oro. Il cosiddetto fixing, ovvero il prezzo ufficiale del metallo viene stabilito dai mercati e da una serie di fattori i quali spingono gli investitori ad acquistare o vendere in base alle proprie valutazioni della situazione. Se a prevalere sono gli acquisti il prezzo cresce, nel caso contrario scende.

Dove viene deciso il fixing? In pratica all’interno della Borsa di Londra, ove opera una particolare divisione, il London Bullion Market. I cui membri sono riuniti nella London Buillion Market Association, supervisionata dalla Bank of England. Cinque di loro si incontrano due volte al giorno con il preciso compito di fissare il prezzo dell’oro all’interno del processo conosciuto come London Gold Fixing. Il quale viene poi reso pubblico facendo da riferimento per qualsiasi genere di trattativa concernente l’oro in ogni parte del globo.

Quindi anche per i compro oro italiani, i quali nelle transazioni con la propria clientela non proporranno un prezzo basato sul principio della massima valutazione, bensì sull’ultima quotazione nota del metallo fissata a Londra. Sulla quale faranno le loro particolari valutazioni per cercare di guadagnare.

Quanto spende un compro oro?

Qualche anno fa, il fenomeno dei compro oro esistenti lungo il territorio peninsulare era stato dato praticamente come morto. Dopo il periodo di massimo fulgore, culminato con la fase più acuta della crisi economica derivante dallo scoppio della bolla dei mutui Subprime, nel 2008, un gran numero di queste strutture commerciali avevano visto prosciugarsi il proprio bacino d’utenza. Decidendo di chiudere per la pratica impossibilità di fare fronte alle spese di un compro oro.

Quali sono le spese necessarie alla gestione di una struttura commerciale simile? Naturalmente quella per l’affitto del negozio, cui occorre aggiungere il costo dell’energia, il canone del telefono, la tassa comunale per l’insegna, quella sui rifiuti, il riscaldamento, le spese condominiali e per la pulizia del locale. E, ancora, le royalties del 4% sul fatturato mensile, l’eventuale pubblicità, le assicurazioni e il commercialista.

Senza proseguire in un elenco molto lungo, possiamo dire che come per tutte le attività commerciali il complesso delle spese è alto. Sino a quando gli italiani hanno portato il loro oro presso queste strutture, per cercare di sostenere la propria attitudine al consumo o il bilancio familiare in un momento economico complicato, i compro oro hanno prosperato. Quando però il metallo è cominciato ad affluire in misura molto limitata, in quanto in pratica terminato quello a disposizione delle classi popolari, le più toccate dalla crisi, gli stessi hanno iniziato a chiudere. Almeno quelli i quali non si sono riciclati aggiungendo altri servizi.

Quanto può guadagnare un compro oro?

Abbiamo appena ricordato le spese, il cui complesso può essere indicato in una forbice tra i 1.000 e i 1600 euro al mese. Di fronte alle quali devono naturalmente essere mostrate le entrate di un compro oro. Le quali vanno in particolare a dipendere dalla differenza tra quanto pagato per un grammo di oro al cliente che lo vende e quanto ricevuto per lo stesso quantitativo dal banco metalli che lo acquista per fonderlo.

Secondo recenti calcoli, nell’arco di un mese un compro oro può collezionare guadagni tra i 7mila e i 7500 euro. Si tratta naturalmente di una media, con il guadagno vero che può essere più elevato in una zona molto trafficata di una grande città e meno in una località di media o piccola grandezza. Si tratta pur sempre di un guadagno notevole, il quale spiega perché in tempi di crisi le strutture commerciali di questo genere tornino a caratterizzare il territorio nazionale.

Da cosa guadagna il compro oro?

Lo abbiamo già ricordato: il compro oro guadagna dalla differenza di quotazione dell’oro che si viene a formare tra il momento dell’acquisto dal cliente e quello della vendita al banco metalli, ove il metallo sarà fuso.

Si tratta di una precisazione doverosa. Dalla quale dovrebbe essere del tutto chiaro come l’ormai famigerata massima quotazione è soltanto un’esca tesa ad invogliare chi magari si trova ancora combattuto tra l’idea di procacciarsi liquidità aggiuntiva, magari senza dover ricorrere ad un prestito di cui si dovrebbero pagare interessi e spese accessorie, e quella di conservare oggetti che spesso hanno una valenza dal punto di vista affettivo.

Quando si entra in un compro oro per vendere, quindi, si deve stare all’erta. Perché il titolare dell’attività ha tutto l’interesse a spostare la convenienza della transazione dalla sua parte. Magari senza badare troppo il sottile.

Come evitare truffe e pratiche poco corrette

La vendita del proprio oro, dovrebbe avere luogo in quadro caratterizzato dalla massima trasparenza. Purtroppo non è assolutamente così e sono molti i casi di compro oro chiusi o comunque sanzionati dalle autorità di pubblica sicurezza per i comportamenti apertamente illeciti o comunque tali da ingannare la propria clientela.

Il primo problema che si propone a chi deve vendere il proprio oro è quello rappresentato dalle operazioni di peso. Basta infatti trovare un gioielliere poco onesto che riesce a sottrare uno o due grammi per rendere la trattativa quasi del tutto favorevole a lui. Il modo migliore per evitare inganni consiste quindi nel pesare preventivamente il proprio metallo prezioso. Per farlo ci si può rivolgere ad un gioielliere di fiducia per farlo pesare, oppure per acquistare il bilancino con cui questa figura professionale è solita operare.

Per quanto riguarda i compro oro, gli accorgimenti da tenere presenti sono due:

  1. assicurarsi che le operazioni avvengano a vista, ovvero presenziare alle stesse;
  2. sincerarsi che la bilancia utilizzata sia stata tarata a norma di legge e revisionata.

Attenzione alla procedura di vendita

Come abbiamo ricordato, nel corso degli ultimi mesi molti compro oro sono stati chiusi definitivamente o temporaneamente per aver infranto la normativa sulla quale si basa la compravendita di metallo prezioso.

Oltre al commerciante, però, anche il venditore deve prestare attenzione alla transazione, in modo da rispettare per filo e per segno la legge. La quale impone in particolare che di ogni operazione sia approntata una scheda riassuntiva, con tanto di documenti di riconoscimento del venditore, descrizione degli oggetti venduti, loro peso e quotazione accordata.

Si tratta di una normativa tesa non soltanto ad evitare truffe da parte del compro oro, ma anche a impedire che in queste strutture possano essere venduti oggetti trafugati nelle abitazioni private, oppure provenienti da scavi illegali. Tutto quello che viene reperito lungo il territorio e non di proprietà privata è infatti di pertinenza statale. A partire dagli oggetti preziosi rinvenuti dai tombaroli nelle loro periodiche campagne.

Oro: meglio fisico o finanziario?

Come abbiamo appena ricordato, quindi, l’oro fisico può essere venduto senza grandi problemi e con procedure tutto sommato veloci. Una caratteristica tale da renderlo preferibile agli occhi di molti al cosiddetto oro finanziario. Ovvero a quello la cui quotazione fa da sottostante ai derivati, come gli ETF. Ma è realmente più conveniente l’oro fisico?

Non tutti hanno in effetti questo orientamento. Anzi, aumenta sempre il numero di coloro che decidono di investire in prodotti finanziari i quali vanno a riflettere la quotazione dell’oro, operando una scommessa sulla sua direzionalità.

Operare in questo modo, in effetti, garantisce i seguenti vantaggi:

  1. è possibile guadagnare non solo se l’oro cresce, ma anche in caso di calo della sua quotazione, a patto di indovinare il trend;
  2. non è necessario detenere l’oro su cui si è investito. Di conseguenza non è obbligatorio dotarsi di sistemi di sicurezza, ad esempio una cassaforte, o accendere polizze in grado da ripagare in caso di sua sottrazione.

L’oro fisico è una reale garanzia?

Nonostante le considerazioni che abbiamo appena svolto, sono ancora molti coloro che preferiscono l’oro fisico. E i quali, soprattutto, non sembrano propensi a venderlo. Ritenendolo con tutta evidenza un investimento di lunga durata, ovvero capace non solo di mantenere sempre una quotazione adeguata, ma anche di accrescerla sensibilmente nel corso del tempo. A cosa è dovuto questo convincimento?

Il primo motivo in tal senso deriva dalla sua caratteristica di bene rifugio. Quindi capace di opporre resistenza anche in momenti in cui molti asset, a partire da quelli finanziari, calano.

Il secondo è da ricercare nel fatto che l’oro non è un bene infinito. Anzi, secondo gli ultimi calcoli, potrebbe terminare con gli attuali ritmi estrattivi entro un decennio. Anche perché non viene utilizzato solo per la produzione di preziosi, ma pure in alcuni settori industriali e nell’ortodonzia.

Una volta che sarà finito, è quindi probabile che la sua quotazione possa non solo stabilizzarsi, ma anche aumentare. Soprattutto a seguito di un fattore sociale ben preciso, ovvero l’affermazione di una classe media sempre più numerosa nei Paesi in via di sviluppo, ad esempio Cina e India, ma non soltanto. I cui componenti vogliono status symbol da esibire. E quale può essere uno status symbol più evidente dell’oro, da secoli associato alla ricchezza?