Cosa conviene comprare oro o diamanti

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La pandemia di Covid-19 ha nuovamente provocato una crisi economica devastante. Forse la peggiore in assoluto a memoria d’uomo. Basta in effetti vedere i dati relativi alla caduta del PIL di tutte le maggiori economie mondiali per rendersi conto di come il virus stia provocando effetti devastanti.

Con contraccolpi particolarmente pesanti per le classi popolari, già messe a rischio da politiche neoliberiste tese a smantellare molte delle conquiste sociali degli ultimi decenni. Una politica la quale sta peraltro rivelandosi devastante per la classe media, risucchiata verso il basso dalle scelte sbagliate dei governi.

Una situazione la quale si sta peraltro riflettendo anche sulle piazze finanziarie globali. Ove molti asset un tempo giudicati meritevoli di attenzione da parte degli investitori sono letteralmente stati travolti dalle nuove esigenze sanitarie tese ad impedire la diffusione del Covid. Si pensi al settore dei trasporti aerei, letteralmente azzerato o quasi. O a quello petrolifero, il quale è addirittura andato sotto zero nel pieno delle chiusure disposte dai governi. Un evento mai accaduto prima e tale da spingere gli investitori a guardarsi intorno nel tentativo di individuare asset alternativi su cui puntare i propri soldi con fondate speranze di vederli fruttare.

L’oro torna ad attirare l’attenzione

In questo quadro, non stupisce che l’oro sia tornato al centro dell’attenzione generale. Il metallo prezioso è infatti da sempre considerato un bene rifugio, ovvero in grado di difendersi anche nei momenti economici più complicati.

A spiegare questo suo ruolo è in particolare il fatto che si tratti di un bene raro e di cui si prospetta in pratica la fine della disponibilità entro un decennio circa. Il tempo necessario perché ai ritmi estrattivi attuali si esauriscano i giacimenti disposti in vari punti del globo. A meno di nuove scoperte le quali, ad oggi, non sono preventivabili.

Va anche sottolineato come il minerale non sia esclusivamente messo a disposizione della produzione di gioielli e altri oggetti preziosi, ma serva nell’industria, per i componenti elettronici o i rivestimenti elettrici, e in settori come quello medico (radioterapia e otturazione dei denti, ad esempio), quello chimico e nella produzione di strumenti antinquinamento.

Chi vuole investire nell’oro, vede in questo asset le caratteristiche ideali per poter proteggere la propria quotazione. E, peraltro, può farlo in due modi:

  • l’acquisto diretto del metallo prezioso, il quale obbliga però a prendere in considerazione aspetti come la sua conservazione in condizioni di assoluta sicurezza, con conseguente spesa in sistemi antifurto e assicurazioni;
  • l’investimento sugli strumenti derivati che prendono il suo prezzo come sottostante. Una modalità di trading la quale elimina l’ipotesi del possesso diretto del bene e dei costi ad esso collegati.

Meglio l’oro oppure i diamanti?

Come abbiamo visto, quindi, l’oro è tornato ad essere visto come un possibile approdo per chi intende investire anche in un momento complicato come l’attuale. E anche a riportare d’attualità una domanda che ci si pone in occasioni di questo genere: meglio l’oro o i diamanti come investimento?

Anche i secondi sono considerati un porto abbastanza sicuro, da privilegiare da parte di chi non intende veder deperire i propri soldi su un conto corrente nell’epoca dei tassi di interesse negativi.

Il mercato dei diamanti è strutturato ormai da lungo tempo. E, soprattutto, è stato in fase di espansione per lungo tempo. In grado di beneficiare della formazione di una larga classe media in Paesi come la Cina e la Russia. Persone che sono alla ricerca di status symbol e che individuano proprio nei diamanti asset in grado di gratificarle.

Il valore medio della crescita della quotazione si attestava in quel periodo tra il 3 e il 4%, quindi andando largamente oltre l’inflazione. Mentre la crescita dei ritmi di estrazione non andava comunque a minacciarla. Nel corso degli ultimi anni, però, è entrato in una fase di crisi prolungata.

Affondato in particolare dalla doppia zavorra rappresentata da una congiuntura economica sfavorevole e dal sempre crescente successo delle gemme sintetiche. Tanto che i tagliatori, attualmente concentrati in India, hanno fatto il pieno di pietre grezze, complicate da smaltire. E’ stato il Time of India a ricordare nel 2019 come nei distretti di Surat e Mumbai siano presenti scorte per almeno 10 miliardi di dollari, un vero e proprio record che sembra aver spostato all’indietro le lancette dell’orologio. Riportando all’epoca della recessione globale seguita allo scoppio della bolla dei mutui Subprime.

Sullo sviluppo dei diamanti sintetici ha puntato con notevole decisione De Beers, uno dei colossi del settore. Uno sviluppo che il quale è andato a riflettersi sulla quotazione dei diamanti di piccolo taglio. Ovvero quelli che costituiscono il naturale approdo dei piccoli risparmiatori. Una scelta miope, la quale si è però ritorta contro l’azienda, che ormai da tempo vede le sue aste risolversi in veri e propri flop.

Anche nel caso dei diamanti l’investimento può prevedere l’acquisto diretto o l’investimento in derivati. Con le stesse dinamiche dell’oro: il primo prevede la dotazione di strumenti difensivi per la custodia delle pietre acquistate, il secondo no. Coi certificati inoltre, è possibile guadagnare sia in caso di crescita che di perdita del prezzo relativo al sottostante. L’importante è riuscire a prevederne l’evoluzione del prezzo sulla base delle proprie capacità analitiche e predittive. E’ anche importante saper scegliere il momento di prendere posizione sul mercato e di uscirne nel caso l’investimento non stia andando secondo le proprie previsioni, limitando di conseguenza la perdita.

I pro e contro dei diamanti

Prima di investire in diamanti, occorre fare in modo da precisarne gli eventuali pro e contro. Nel caso dei primi staglia appunto la loro caratteristica di beni rifugio e, di conseguenza, il basso livello di rischio comportato da un investimento di questo genere.

Cui si vanno ad aggiungere:

  1. il fascino che li caratterizza;
  2. il fatto che non si tratti di un bene infinito, anzi. Le miniere attualmente esistenti sono largamente sfruttate e, di conseguenza, in via di esaurimento, andando di conseguenza a garantire il valore dei diamanti già sul mercato;
  3. la concentrazione del mercato nelle mani di un vero e proprio cartello. Il quale, come tutti i cartelli, punta a tenere artificialmente alto il prezzo del bene. Altro fattore in grado di avvantaggiare i possessori e di tranquillizzarli in ordine ad una possibile caduta della quotazione di mercato.

Tra i secondi possiamo senz’altro annoverare:

  • il lungo lasso di tempo necessario per poter puntare ad un guadagno in caso si intenda vendere, calcolato di solito in 25 anni;
  • la mancanza di una quotazione ufficiale, la quale rende complicato capire se acquistare un determinato diamante possa rappresentare un affare o meno. L’unico listino internazionale dei diamanti è il Rapaport Diamond Report, il quale provvede a stabilire il valore delle varie tipologie di pietre e che può essere considerato un buon punto di riferimento ove si abbia la necessità di capire il reale valore del diamante sul quale si è appuntata la nostra attenzione;
  • la difficoltà di venderlo senza l’intervento di un intermediario, il cui costo è abbastanza elevato.

Investire in diamanti conviene?

Conviene realmente investire in diamanti? La risposta deve essere necessariamente articolata. Possiamo dire che un investimento simile può convenire in una ottica di lungo periodo, a chi vuole rischiare poco e intende diversificare il proprio portafogli.

Se, ad esempio, si intende vendere una pietra preziosa per porre rimedio ad una improvvisa esigenza, si può andare incontro anche ad una perdita estesa, nell’ordine del 20% rispetto al reale valore della pietra. La mancanza di una forte domanda, infatti, fa in modo da mettere il manico del coltello a disposizione del compratore, il quale può facilmente imporre le sue condizioni.

Occorre poi sottolineare il fatto che sull’acquisto di un diamante è necessario pagare l’IVA. Che, trattandosi di una imposta a carico, non può essere scaricata sulla dichiarazione dei redditi.

Nella valutazione relativa all’acquisto dei diamanti, si tratta di fattori sicuramente da tenere presenti, soprattutto se si vuole cercare di capire la reale utilità di un investimento simile in raffronto a quello sull’oro. Anche perché per i non esperti diventa effettivamente complicato riuscire a capire se una determinata pietra valga il prezzo prospettato o se invece la convenienza dell’operazione sia tutta dalla parte di chi vende.

Meglio investire in oro o diamanti?

Meglio investire in oro o diamanti? Una domanda cui non è facile rispondere. Si tratta in effetti di due beni rifugio. Il prezzo dell’oro, però, è facilmente riscontrabile, in quanto viene fissato dal mercato e precisato due volte al giorno all’interno della Borsa di Londra. Ciò non accade invece nel caso dei diamanti, per i quali occorre rivolgersi ad un esperto per poter avere un prezzo di riferimento.

Il quale, però può essere mutevole. Si pensi ad esempio alle politiche messe in campo da De Beers per cercare di reagire ad un momento non proprio favorevole. L’azienda ha infatti deciso di vendere ad un certo punto i suoi diamanti sintetici a 800 dollari al carato, contro una quotazione ufficiale posizionata a 4mila. La metà peraltro di quella relativa ai diamanti veri.

Se si intende possedere direttamente oro o diamanti, in entrambi i casi è necessario munirsi di sistemi di protezione adeguati. E, magari, pensare a stilare una assicurazione in grado di stendere una rete di salvataggio intorno al proprio tesoro. Quindi, almeno da questo punto di vista le differenze non sono evidenti.

Lo diventano invece nel caso in cui si intenda vendere per ottenere liquidità aggiuntiva. In questo caso non solo è più facile alienare l’oro, ma anche più conveniente. Chi intende farlo coi diamanti deve infatti mettere in conto una perdita secca tale da arrivare al 20%. In quanto nella trattativa il potere negoziale è tutto nelle mani del compratore. A chi vuole vendere oro basta entrare in un compro oro per vedersi srotolare il tappeto rosso davanti. Una differenza di non poco conto.