Indice dei contenuti
- 1 Cosa è necessario per aprire un compro oro?
- 2 Le sanzioni a carico di chi non rispetta le regole
- 3 Gli adempimenti richiesti dalla legge 7 del 2000
- 4 Quanto si guadagna con un compro oro?
- 5 Compro oro: una attività molto controversa
- 6 Conclusioni
Dopo un periodo di prolungata flessione, i compro oro sono improvvisamente tornati a crescere nel corso degli ultimi mesi, in corrispondenza con la comparsa del Covid sul suolo italiano.
Il motivo di questo revival non è difficile da comprendere. La necessità di chiudere le attività non essenziali, proprio per motivi sanitari, ha infatti provocato la più grande crisi economica di cui si abbia memoria. Nella quale si è assistito alla chiusura di un gran numero di attività economiche e al ripopolamento dell’esercito dei senza lavoro. Cui si è aggiunto il progressivo scivolamento di molte persone verso la povertà assoluta.
In base alle statistiche ben 90 milioni di cittadini europei si sono aggiunti in questi mesi al numero di coloro che non riescono a mettere insieme quanto necessario per condurre una esistenza dignitosa. Persone costrette a vivere di espedienti e a dare fondo al proprio patrimonio, in attesa di tempi migliori. Molti dei quali hanno quindi deciso di vendere l’oro di famiglia per cercare di rimanere a galla.
Cosa è necessario per aprire un compro oro?
Proprio il ritorno in grande stile dei compro oro, ha naturalmente spinto molte persone a chiedersi cosa sia necessario per poter aprire una struttura commerciale di questo genere.
La risposta può essere ravvisata nel decreto 92 emesso il 25 aprile del 2017, il quale è andato a riordinare il settore su basi più sicure, con l’evidente intento di mettere fine ad una sorta di far west di cui avevano approfittato in molti per aprire attività abusive.
Naturalmente l’obiettivo di questa nuova normativa è quella di contrastare le attività illegali. Un obiettivo, purtroppo, conseguito solo in parte. Come dimostrano i tanti resoconti relativi alle continue operazioni della Guardia di Finanza contro i compro oro abusivi e i comportamenti scarsamente trasparenti di quelli che, pure, godono di una regolare licenza per poter operare nella compravendita di metallo prezioso.
In pratica, per poter aprire un compro oro, sono obbligatori i seguenti passi:
- procedere all’apertura di una Partita IVA;
- richiedere l’iscrizione al competente Registro delle Imprese;
- indirizzare la denuncia di inizio attività allo Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune di residenza;
- chiedere l’autorizzazione comunale per l’affissione di un’insegna.
Oltre a questi obblighi, chi intende aprire una “Attività commerciale consistente nel compimento di operazioni di compro oro, esercitata in via esclusiva ovvero in via secondaria rispetto all’attività prevalente”, come indicato proprio dalla normativa, deve seguire un iter procedurale ben preciso.
Il quale prevede:
- l’iscrizione in uno speciale registro degli operatori di compro oro professionali (con la parziale eccezione delle banche), gestito dall’OAM (Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi);
- la comunicazione allo stesso organismo di tutti gli scambi effettuati.
Per quanto riguarda invece le condizioni di vendita e acquisto, la nuova legge ha provveduto ad introdurre le seguenti novità:
- occorre individuare in maniera del tutto chiara il venditore e fornire una descrizione dettagliata dell’oggetto acquisito, in particolare allegando una sua documentazione fotografica;
- i dati acquisiti devono poi essere immessi all’interno di una scheda, una per ogni operazione effettuata, aggiungendo anche il prezzo e il metodo di pagamento che è stato utilizzato;
- la soglia sopra la quale non può essere utilizzato denaro contante è stata fissata a quota 500 euro. Ove la cifra complessiva dell’operazione la superi, è obbligatorio ricorrere ai mezzi alternativi in grado di rendere possibile tracciare l’operazione, in ossequio alle normative antiriciclaggio.
Le sanzioni a carico di chi non rispetta le regole
Il decreto in questione ha naturalmente anche delineato le sanzioni a carico di chi non rispetti per filo e per segno le regole indicate.
Tra di esse occorre ricordare:
- chi omette la comunicazione di un’operazione all’OAM viene punito con una multa pari a 1.500 euro;
- la mancata identificazione di un cliente comporta a sua volta una multa la quale va da un minimo di 1.000 ad un massimo di 10mila euro;
- identica sanzione viene applicata per gli operatori i quali superino il limite dei 500 euro per il pagamento contante e non conservino i dati;
- la mancata segnalazione di un’operazione chiaramente sospetta prevede una sanzione che può andare da un minimo di 5mila ad un massimo di 50mila euro.
Gli adempimenti richiesti dalla legge 7 del 2000
Chi intende lavorare come compro oro, deve anche leggere con attenzione la legge numero 7 del 2000, approvata nel nostro Paese al fine di dare attuazione alla direttiva comunitaria 98/80/Ce. In pratica essa le norme che devono essere rispettate da tutti coloro che intendono acquistare e rivendere metallo prezioso.
Le norme più importanti in essa contenute sono le seguenti:
- sussiste l’obbligo di tenere un registro aggiornato in cui devono essere annotate tutte le compravendite effettuate dai privati. In particolare occorre indicare le generalità del venditore, il suo domicilio, il numero di documento e la descrizione degli oggetti acquistati nella transazione tra le parti;
- l’obbligo di conservare i gioielli acquistati all’interno della struttura commerciale per almeno 10 giorni, prima di poterli rivendere. In modo da dare la possibilità alle forze dell’ordine di effettuare controlli, ove se ne presenti la necessità. Non farlo fa scattare un vero e proprio reato, tale da comportare una sanzione amministrativa, per un importo il quale deve essere pari ad un minimo del 10% del valore negoziato e che può arrivare ad un massimo del 40%.
Quanto si guadagna con un compro oro?
Come abbiamo visto, quindi, per aprire un compro oro si deve rispondere ad una serie di requisiti indicati dalle leggi vigenti in Italia. E poi portare avanti l’attività seguendo le prescrizioni elaborate proprio per impedire che la categoria si trasformi in qualcosa di improprio.
Quanto guadagna al giorno d’oggi una struttura commerciale di questo genere? Le cifre possono naturalmente variare molto, in base alla zona, al tipo di commercio intrattenuto e dalla concorrenza. Tanto da spingere gli esperti a consigliare di dare vita ad una accurata indagine sulla zona ove si intende impiantare il proprio compro oro. Tesa appunto ad evitare che si debba competere con troppi concorrenti, in un momento storico in cui l’oro detenuto dalle famiglie è molto meno rispetto a dieci anni fa.
Compro oro: una attività molto controversa
Quella del compro oro è una attività molto controversa. La sua pessima fama deriva da una lunga serie di comportamenti poco trasparenti o addirittura apertamente illegali. Non solo sotto forma di un abusivismo molto forte, ma anche di modalità di commercio tali da andare a violare la legge, in cui la clientela è vista alla stregua di un pollo da spennare.
I quali esistono e sono in grado di dare sicurezza alla propria clientela. Basta soltanto cercarli, magari facendo delle indagini anche sul web. Ove è possibile reperire recensioni in grado di dare una idea compiuta su chi lavora per guadagnare onestamente. E su chi, al contrario, fa della truffa il suo vero obiettivo.
Conclusioni
I compro oro sono tornati a crescere in Italia nel corso degli ultimi mesi dopo un prolungato periodo di flessione. Favoriti in particolare dal rapido peggioramento delle condizioni economiche che ha fatto seguito all’affacciarsi del Covid nel nostro Paese.
E’ infatti aumentato in maniera esponenziale il numero dei nostri connazionali messi in difficoltà dalla chiusura delle attività produttive e dalle limitazioni di carattere sanitario. Molti di loro hanno quindi dovuto optare gioco forza per soluzioni alternative al fine di reggere in un momento in cui le entrate si stanno assottigliando.
Sono quindi tornati in campo soggetti che sperano di trarre vantaggio da questa situazione. Per farlo, devono però rispondere ai criteri che informano la normativa tricolore, che in effetti sono stati resi più severi, proprio per cercare di impedire la possibilità di aprire da parte di soggetti poco raccomandabili. I quali, però, sono riusciti comunque a trovare varchi in cui infilarsi.